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Ricostruzione Rapporto 2022: Sindaco Capponi contrario allo smantellamento della struttura commissariale

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Riunione sindaci

Nel corso della presentazione del “Rapporto 2022 sulla ricostruzione post sisma in Centro Italia” organizzata dal Commissario straordinario Giovanni Legnini questa mattina, il sindaco di Treia Franco Capponi, rappresentante ANCI nella cabina di regia ricostruzione sisma, è intervenuto manifestando un grande apprezzamento per la gestione e l’efficacia dell’ultimo periodo della ricostruzione e la posizione dei primi cittadini di «mantenere, ora che la struttura commissariale funziona veramente, il tutto così com’è. Si è, infatti, iniziato a ipotizzare di cambiare la governance e il coordinamento della ricostruzione, ma si tratterebbe di andare a smantellare una struttura rodata e consolidata, che ha iniziato a dare segnali tangibili e che negli ultimi due anni col Commissario Legnini ha mostrato enormi passi avanti – ha detto Capponi – La macchina commissariale così com’è oggi con le quattro regioni colpite dal sisma insieme (Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria) ci vede, inoltre, molto più forti al contrario di ciò che avverrebbe se ci muovessimo singolarmente ogni regione. I fondi per la ricostruzione privata ci sono (continuando a procedere col credito d’imposta) mentre per quella pubblica mancherebbero ancora 4 miliardi di euro. La copertura di questi andrà inserita nelle prossime leggi di bilancio e magari autorizzando con la prossima un Overbooking per l’utilizzo immediato dei lavori per avviare quante più opere possibili. Non possiamo permettere di interrompere un cammino che sta procedendo su basi solide. Aggiungo che un modello commissariale come quello attuale potrebbe avere la credibilità di proporre eventuali altre iniziative come le Zes (Zona economica speciale), un ulteriore piano infrastrutturale (per infrastrutture sia fisiche e immateriali) e dare avvio ad un vero Piano di Rigenerazione complessiva dell’area appenninica. Un piano di sviluppo e di rigenerazione che attraverso misure ispirate al PNRR porterebbe il rilancio delle aree dell’appennino centrale e che potrebbe costituire un’efficace modello di rigenerazione per tutto il sistema montuoso e spina dorsale del paese, dal momento che determinate problematiche come lo spopolamento, la crisi economica ed ambientale e la carenza di servizi alla popolazione non appartengono solo al nostro entroterra ma a tutti i territori interni d’Italia, dalla Lombardia alla Sicilia . A oggi, dunque, credo che debba essere impensabile pensare alla ricostruzione senza l’attuale macchina commissariale che funziona». Nel corso della conferenza stampa è stato sottolineato anche quanto sia importante creare un modello centralizzato che possa essere attivato in casi di calamità che possono colpire il nostro Paese, come è stato col sisma, senza dover ricominciare da capo ogni volta. «È di fondamentale importanza non essere al punto zero com’è capitato col terremoto de L’Aquila, come si è ripetuto nel caso del sisma 2016 – conclude Capponi – impone al governo l’approvazione della legge sulle emergenze, che ipotizzi un modello di “Forte collaborazione” tra Stato, Regioni e Comuni cosi come contenuto nella proposta, ampliamente partecipata e approvata dal Governo Draghi, ma che la recente crisi politica non ha permesso di essere approvata dal Parlamento».
Negli ultimi due anni la ricostruzione, come scritto nel Rapporto sulla ricostruzione con dati sino al 30 giugno scorso, ha fatto registrare un avanzamento importante, con l’apertura di 10 mila cantieri dell’edilizia privata e un’accelerazione molto significativa degli interventi pubblici, con 365 opere terminate e altre 315 oggi in fase di cantiere. Per la ricostruzione privata, nel complesso, si registravano a fine giugno scorso 22.700 richieste di contributo per 7,6 miliardi di euro, delle quali 14.234 approvate con 4,3 miliardi di contributi concessi. Le domande di contributo già avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici ed il 39% in valore. Negli ultimi due anni le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati.
I cantieri privati completati sono 7.256, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l’8% a carattere produttivo. I cantieri autorizzati oggi sono circa 7 mila.
Anche gli interventi pubblici, nonostante le difficoltà generali, registrano passi avanti importanti. La spesa effettiva, grazie anche alle procedure veloci delle Ordinanze speciali per i comuni più colpiti, è arrivata a luglio a 768 milioni di euro, rispetto ai 559 di fine 2021 e i 265 milioni di fine 2020. Nel giro di un anno, considerando anche i lavori sulle Chiese, il numero dei cantieri pubblici chiusi è salito da 151 a 365. Quello dei cantieri aperti, 316, è raddoppiato, ed è destinato a crescere sensibilmente entro la fine del 2022.
«Siamo sulla buona strada, non abbandoniamola» conclude Capponi.