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Evasione fiscale, recuperati 225 mila euro nelle Marche

In costante e netta diminuzione l’impegno dei Comuni marchigiani nel contrasto all’evasione fiscale. Da 18 del 2017, è sceso a 14 nel 2018 il numero delle Amministrazioni comunali che hanno recuperato risorse per un importo che sfiora i 225 mila euro, contro gli oltre 318 mila del 2017, con un saldo negativo del 29,5%. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata dal Servizio Politiche Territoriali della UIL, dal quale si evidenzia come il recupero delle somme frutto dell’azione di contrasto svolta dai Comuni sia in costante e progressivo calo.

 

“Sono dati molto deludenti – sottolinea il Segretario generale UIL Marche Graziano Fioretti – soprattutto considerando che i Comuni possono disporre totalmente di quanto recuperano e considerati gli elevati tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa anche nella nostra regione.”

 

In particolare il comune più attivo nelle Marche è stato quello di Ascoli Piceno, che ha recuperato oltre 85 mila euro, seguito da Pesaro con quasi 70 mila e in terza posizione Ancona, che lascia il primo posto della “classifica” 2017, recuperando poco più di 37 mila euro a fronte degli oltre 128 mila dell’anno precedente. Spicca l’impegno del Comune di Recanati, con il recupero di oltre 16 mila euro, e l’incremento significativo di Gabicce Mare, ma anche il forte calo relativo ai Comuni di Senigallia (che passa da quasi 35 mila a poco più di 2 mila) e Jesi.

 

“Spicca soprattutto l’immobilità di tutti gli altri 205 Comuni marchigiani che non ci hanno neppure provato – prosegue Fioretti – nonostante queste risorse possano rivelarsi determinanti per far quadrare i bilanci e finanziare servizi per i cittadini, per la manutenzione del territorio e per tagliare le tasse a livello locale, contribuendo a ristabilire equità e giustizia sociale. Sicuramente condoni fiscali e pace fiscale sono provvedimenti che non incoraggiano i Comuni – conclude il Segretario Generale UIL Marche – ma la mancanza di impegno in questo senso inducono a far pensare che o l’evasione non c’è, e sappiamo che così non è, o che anche gli evasori votano.”