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Banca della Terra, Assemblea regionale Marche approva legge

ANCONA – Recuperare i terreni e gli immobili agricoli inutilizzati per offrire opportunità lavorative e imprenditoriali ai giovani disoccupati o ai  lavoratori svantaggiati che vogliono avviare un’attività agricola.

È l’obiettivo della legge, approvata oggi dall’Assemblea legislativa delle Marche, che istituisce la Banca regionale della terra, puntando a recuperare i terreni incolti sotto il profilo ambientale, culturale, sociale ed economico. La Giunta regionale dovrà approvare il regolamento di attuazione proposto dall’Assam (Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche), per definire i criteri di assegnazione sulla base dei progetti presentati. “Per le Marche le terre pubbliche non possono rimanere incolte, sono una risorsa preziosa – ha detto l’assessore all’Agricoltura, Maura Malaspina, nel suo intervento in Aula – Possono aiutare a realizzare una nuova economia che crea lavoro e difende l’ambiente”.

Fino all’arrivo della crisi economica, ha ricordato l’assessore, il mercato favoriva il consumo di suolo agricolo che veniva convertito a usi industriali e artigianali, creando l’aspettativa di poter trasformare i terreni agricoli in aree edificabili. “Questa tendenza ha favorito il mantenimento, a livello gonfiato ed elevato, dei valori fondiari, rappresentando un ostacolo al nuovo insediamento lavorativo in agricoltura.

Oggi lo scenario è cambiato radicalmente e, oltre ai giovani, ci sono molte persone che hanno perso il lavoro nei vari settori produttivi colpiti dalla crisi, che potrebbero trovare nel ricollocamento in agricoltura un’importante opportunità”. L’assessore ha ricordato che, secondo l’Agenzia del demanio, in Italia risultano censiti 380 mila ettari di terreni, di proprietà pubblica, a vocazione agricola. “Insieme a quelli privati inutilizzati, rappresentano una risorsa importante per promuovere uno sviluppo sostenibile, ribaltando un trend nazionale che vede diminuire la superficie agricola utilizzata, il numero di aziende del settore primario, il ricambio generazionale, con solo il 3,9% di conduttori agricoli sotto i 40 anni”.