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CGIL MARCHE, A GENNAIO AUMENTO DEL 45,5% DELLE ORE DI CASSA INTEGRAZIONI

Lavoro

lavoro2ANCONA 10 FEB. Oltre cinque milioni di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate nel mese di dicembre 2014 nelle Marche: 620 mila di CIG ordinaria, 865 mila di CIG straordinaria e 3,8 milioni di ore di cassa in deroga.

E’ quanto emerge dai dati resi noti dall’INPS ed elaborati dall’IRES CGIL Marche.

 

Rispetto a dicembre 2013, le ore di CIG aumentano del 45,4% a seguito dell’aumento della CIG in deroga.

 

Nel 2014 sono stati richiesti e autorizzati complessivamente quasi 50 milioni di ore di CIG, circa lo stesso importo del 2013 (-2,6%). Si tratta di un elevato numero di ore di CIG equivalenti al mancato lavoro di 36 mila lavoratori a tempo pieno.

 

Osservando le singole tipologie di cassa integrazione si rilevano le seguenti tendenze:

 

–         le ore di Cassa integrazione ordinaria nel 2014 sono pari a 8,3 milioni e registrano una significativa diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-51,3%), che interessa tutti i principali settori.

 

–         le ore di Cassa integrazione straordinaria nel 2014 ammontano a 19,6 milioni, con una crescita notevole rispetto al 2013 (+35,8%). Sono interessati dall’incremento i principali settori: +63,9% nel mobile (2,6 milioni di ore nel 2014), +19,7% nella meccanica (8 milioni di ore nel 2014), +13,3% nel settore della chimica (1,2 milioni di ore nel 2014), +20,2% nel calzaturiero (938 mila ore).

 

–         Il ricorso alla Cassa integrazione in deroga è pari a 22 milioni di ore nel 2014, in aumento rispetto al 2013 dell’ 11,5%; si osservano incrementi per i settori meccanico (+16,4%, con 4,3 milioni di ore nel 2014) e calzaturiero (+37,2%, con 3,3 milioni di ore nel 2014).

 

“E’ evidente da questi dati che la situazione di crisi nelle Marche non accenna a diminuire – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche -. I due dati peggiori sono quelli relativi all’aumento della Cig straordinaria e alla Cig in deroga. Gli interventi del Governo limiteranno proprio questi due strumenti andando, dunque, nella direzione opposta rispetto alla reale esigenza del tessuto economico e produttivo regionale. Se il Governo non provvederà subito a cambiare politica, gli effetti sull’occupazione non potranno che peggiorare”.