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Nuovi interventi distruttivi al parco Miralfiore

Miralfiore
Parco Miralfiore

Nuovi interventi impattanti e distruttivi sono stati effettuati e continuano in questi giorni al parco Miralfiore.
Ricordiamo che l’imponente disboscamento del 2020 formalmente doveva servire a contrastare lo spaccio, pratica ancora oggi più florida che mai, che continua ad avvenire sotto gli occhi di tutti vicino all’Arco; ma intanto il bosco ha perso il 70% delle sue funzioni sistemiche (ombreggiamento, assorbimento CO2, filtro al particolato) e purtroppo si prosegue per quella strada. Dopo che lo scorso anno erano stati tagliati una enorme quantità di alberi e arbusti, si sono ora eliminati i nuovi polloni che erano cresciuti dalla base del taglio e tutto quel che era stato salvato lo scorso anno, grazie al nostro intervento. Sotto la follia distruttiva sono finiti ciliegi e sambuchi, alberi utilissimi alla fauna, allori e ligustri in grandi quantità e i protetti aceri campestri e tassi; inoltre i due tassi simmetrici ai lati dell’ingresso della villa sono stati inopportunamente potati e gli interventi hanno arrecato danno anche ai fusti residui. Ricordiamo, e non può sfuggire a chi gestisce il parco (se una gestione esiste), che il tasso (Taxus baccata) è specie protetta e qualsiasi tipo di intervento, dalla potatura al taglio, deve essere regolamentato e autorizzato dalle autorità competenti.

Sono state alzate chiome, anche quando i rami erano già sopra i due metri e mezzo, ben oltre il rischio di batterci la testa, e c’è un aspetto pericolosissimo che potrebbe causare un vero danno: sono stati lasciati spuntoni di 20 cm, tagliati obliquamente, vere e proprie armi in caso si inciampi e ci si cada sopra .

Altra pratica ingiustificata e nociva per il parco è l’eliminazione della lettiera di foglie dal bosco. Se è necessario togliere le foglie cadute in autunno dai vialetti per evitare che le persone possano scivolare, nulla giustifica la “ripulitura” dalle foglie in un grande prato o nel bosco, soggetti ad un notevole calpestio: com’è noto, dai rametti e dalle foglie morte gli elementi tornano decomposti alla terra, formando il prezioso humus; inoltre la lettiera di foglie alleggerisce la terra, permettendole di contenere più aria e conservare molta più acqua. Qualunque giardiniere saprebbe bene il valore della lettiera, tranne i gestori del Miralfiore, che evidentemente credono che le foglie siano “sporco”.

Abbiamo sempre detto che è inutile pensare a nuovi boschi se non si conservano quelli esistenti. Abbiamo la fortuna di avere ereditato e gestito bene per gli ultimi 30 anni dei boschi dentro il cuore della città, vero toccasana climatico e psicofisico; oggi, mentre tutto il mondo si orienta ai boschi urbani, noi devastiamo quelli che abbiamo.
Ma a chi giova questa gestione devastante? Si può chiedere che a gestire il parco, cuore verde della città, siano dei competenti e non degli odiatori seriali di alberi?

La Voce del Miralfiore