ANCONA 23 DIC. L’ADOC Marche sta predisponendo una serie di iniziative a tutela dei risparmiatori (titolari di azioni e/o obbligazioni subordinate) colpiti dal decreto Salva-Banche. Per la seconda settimana di gennaio sono state organizzate assemblee – il 12 a Jesi, il 13 a Macerata e il 14 ad Ancona (luoghi e orari sul sito www.adocmarche.it) – nel corso delle quali i risparmiatori saranno aggiornati rispetto alla situazione e alle decisioni dei Governo in merito alle azioni previste, ma verranno anche illustrate le proposte che l’associazione intende intraprendere a tutela dei cittadini che hanno visto i propri risparmi trasformarsi in carta straccia per in un investimento di cui non conoscevano il livello di rischio.
In Italia è la prima volta che delle banche sull’orlo del fallimento sono state salvate in questo modo, ovvero senza aiuti statali ed esclusivamente a spese dei consumatori. Una prassi che non potrebbe non essere più così rara dal prossimo 1° gennaio 2016, giorno in cui è prevista l’introduzione del bail-in a livello europeo, cioè il salvataggio di un istituto bancario dal suo interno, quindi utilizzando in quest’ordine i soldi di azionisti, titolari di obbligazioni e grandi correntisti con più di 100mila euro depositati. Questi ultimi, in caso di crac della banca, si vedranno portare via l’eccedenza dai propri conti correnti e di deposito. Se il caso Salva Banche fosse quindi scoppiato un paio di mesi più tardi la situazione sarebbe stata ancora più drammatica di quanto già non sia.
Quanto accaduto per Banca Marche e le altre tre banche coinvolte dal Decreto ha fortemente messo in crisi la fiducia dei risparmiatori nei confronti delle banche, considerato che molti investimenti finiti in fumo sono stati il frutto di una fiducia accordata, sicuramente con troppa leggerezza, verso una realtà creditizia del territorio, profondamente radicata e tradizionalmente solida e affidabile.
Sicuramente le vicende di questi mesi hanno anche messo in evidenza uno dei grandi problemi del sistema bancario italiano, ovvero la poca trasparenza. I titolari di obbligazioni che hanno perso tutto, infatti, molto probabilmente non avevano compreso appieno i rischi connessi al proprio investimento. Attirati magari dai rendimenti elevati promessi dagli operatori, non hanno fatto sufficienti domande circa le condizioni dell’operazione. Per questo motivo ricordiamo che è importantissimo non investire basandosi solo sulla parola dell’operatore bancario o del mediatore finanziario, ma bisogna sempre leggere attentamente il contratto e assicurarsi di averlo compreso fino in fondo. Infine è bene tenere a mente una cosa: più alto è il rendimento (come nel caso delle obbligazioni), maggiore è il rischio dell’operazione.