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ALIMENTARI, CAMBIANO NELLE MARCHE LE REGOLE DELL’ETICHETTATURA

ANCONA 18 MAR.  Rivoluzione in arrivo per le imprese del settore agro – alimentare marchigiano. Da quest’anno sono diventate obbligatorie le norme europee sull’etichettatura degli alimenti e chi non si adegua rischia di incorrere in pesanti sanzioni. Un obbligo che avrà un notevole impatto anche sulle 3.136 imprese artigiane del settore, che rappresentano il 26,7 per cento del totale delle imprese alimentari.

In attesa del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dovrà essere emanato di concerto con i ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico, per armonizzare ed integrare le nuove norme con quelle vigenti, si è svolto ad Ancona un incontro, nella sede dell’Agenzia regionale sanitaria per la veterinaria e la sicurezza alimentare nelle Marche. Vi hanno partecipato, insieme al direttore dell’Agenzia regionale Alberto Tibaldi ed al direttore dell’Unità di Igiene degli alimenti di origine animale, Antonio Angelotti, i rappresentanti delle associazioni di categoria di Cna e Confartigianato Marche Gabriele Di Ferdinando e Franco Gattari, esperti e tecnici del settore.

“A preoccupare le imprese” hanno affermato Di Ferdinando e Gattari “sono le sanzioni applicabili per il mancato rispetto delle prescrizioni sulle informazioni ai consumatori  da inserire in etichetta e sull’impiego di imballaggi non conformi alla legge europea. Per questo abbiamo sollevato l’esigenza di prevedere un idoneo periodo di transizione per consentire alle imprese di adeguarsi senza la paura di essere sanzionate, vista l’attuale incertezza interpretativa e la mancanza di un quadro normativo certo. Inoltre riteniamo necessario un coordinamento  tra i diversi organi di controllo  competenti, eliminando inutili sovrapposizioni.”

Infatti, hanno ricordato Cna e Confartigianato Marche, i controlli e le indagini in ambito alimentare, oggi vengono svolte dal ministero delle Politiche Agricole, dal ministero della Salute, dal ministero dell’Economia, dalle Regioni e dai Comuni.

Ma quali sono le imprese alimentari artigiane che dovranno far fronte ai nuovi obblighi sull’etichettatura degli alimenti e sugli imballaggi? Oltre il 40 per cento delle 3.136 imprese marchigiane sono servizi di ristorazione per la vendita di cibi da asporto mentre il 37,1 sono pasticcerie, panifici e gelaterie. I produttori di pasta sono il 10,5 per cento e le imprese che lavorano e conservano prodotti a base di carne sono il 3,3 per cento. Percentuali inferiori al 2 per cento per i produttori di oli, conservazione di frutta, ortaggi e pesce, produzione di amidi . Meno dell’1 per cento gli artigiani che si occupano di tè, caffè e derivati, di vini e birre, dei prodotti lattiero – caseari.

Dall’incontro è emersa la decisione di svolgere incontri formativi e informativi per le imprese, al fine di predisporre una guida interpretativa per i macro settori dell’agro alimentare marchigiano

“Questo incontro” hanno sostenuto Tibaldi e Angelotti “rappresenta un primo passo di un percorso di collaborazione con le imprese e le loro associazioni di categoria, per consentirci di svolgere al meglio un’attività di carattere preventivo più che sanzionatorio. In questo contesto, la formazione culturale e professionale degli operatori agro – alimentari, è la strada giusta da seguire”.