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Confartigianato, 100 aziende della moda ad Ancona come in un grande atelier

Confartigianato
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ANCONA 14 GIU. 100 aziende di moda, tra cui anche rappresentanti dei marchi Aeffe, Dolce e Gabbana, Prada, Armani, Zilli, Lardini, Brioni, si sono ritrovati presso il centro direzionale Confartigianato di Ancona, trasformato per l’occasione in un grande atelier con esposte le macchine da cucire più innovative.
Hanno preso parte all’iniziativa il presidente della Camera di Commercio di Ancona Giorgio Cataldi, il presidente mandamentale Confartigianato e imprenditore del settore Paolo Longhi, il responsabile Confartigianato Moda Andrea Rossi.
In collaborazione con le aziende Comnlett, Gutermann, Groz-Beckert, Juki, e Naomoto la Confartigianato ha organizzato questo evento che ha permesso ai partecipanti di visionare gli ultimi e più innovativi modelli di macchine e di ascoltare gli interventi dei tecnici sui vantaggi delle nuove tecnologie.
Il nostro Paese è un protagonista indiscusso a livello mondiale del settore della moda, con una formidabile capacità di produrre tutta la filiera del fashion (che comprende tessile, vestiario, pelle, pelletteria, calzature) di alta qualità.
Quel made in Italy che è vanto delle tantissime imprese artigiane che lavorano nella nostra regione. Le Marche infatti sono la prima regione in Italia per la fabbricazione di calzature. Grande specializzazione per abbigliamento ed accessori. La nostra regione è la più manifatturiera d’Italia in termini di quota di occupati nel comparto sul totale dell’occupazione con il 30% a fronte del 20,2% in media in Italia, secondo una ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato. Una leadership che è anche europea: per quota di manifatturiero le Marche sono all’8° posto tra le 131 maggiori regioni dei 28 Paesi UE. Le ragioni del successo della nostra moda sono prevalentemente la creatività e la tecnologia.
Sono proprio le piccole imprese a fornire un apporto determinante alla leadership manifatturiera della nostra regione: più di 3 aziende su 4 hanno meno di 10 addetti.
Un patrimonio da tutelare. Il falso “made in” e il mercato della contraffazione infatti minacciano quasi 4.800 imprese artigiane della nostra regione. Scarpe, vestiti, capi in pelle; la moda è il settore più a “rischio” e stando al report dell’Ufficio Studi della Confartigianato, le Marche sono seconde in Italia, dopo la Toscana e prima dell’Umbria, per la quota di artigianato manifatturiero (35 %) esposto a concorrenza sleale, percentuale inoltre nettamente superiore alla media italiana (19,8%).