“Ad oltre cinque mesi da quando siamo di fronte ad una emergenza sanitaria e, ce lo auguriamo, superata ora nelle sue fasi più critiche, per lo meno nel nostro Paese – afferma Giuseppe Mazzarella, Presidente di Confartigianato Imprese Marche – è giunto il momento di considerare ed “utilizzare” la discontinuità determinata dalla pandemia e dal forzato lockdown come “opportunità” per fare in modo che si segni davvero una interruzione, che si tracci definitivamente una “linea di non ritorno”, rispetto a quelli che sono i punti di debolezza emersi, sia a livello nazionale che regionale.
A nostro avviso – continua Mazzarella – è necessario ripartire da una consapevolezza, o meglio, da un dato di fatto: il sistema economico nazionale e regionale si regge sulla micro e piccola impresa. Nella Marche il 94,4% delle imprese attive ha meno di 10 addetti e in queste imprese si garantisce lavoro più della metà degli addetti di tutte le imprese attive regionali (il 51,4% a fronte di un 43,7% in Italia). Questo sistema produttivo, a nostro avviso, ha in sé una straordinaria possibilità di futuro: l’’impresa “a valore artigiano” produce quei beni che i consumatori di tutto il mondo cercano, ben fatti, belli, funzionali, personalizzati.
E’ ovvio che queste imprese hanno bisogno di un sostegno da parte delle Istituzioni Pubbliche, interviene Giorgio Cippitelli, Segretario di Confartigianato Marche. Elemento fondamentale è sicuramente il credito: a marzo 2020 i prestiti alle imprese complessivamente considerate sono tornati in territorio positivo, salendo dell’1,1%, ma quelli alle piccole sono scesi dell’1,7%. Riteniamo necessario che siano rafforzati canali alternativi per l’accesso al credito esclusivamente bancario.
In tale ottica occorrerebbe, da un lato, ampliare il perimetro di operatività dei Confidi, in modo da renderli in grado di svolgere la funzione di “banca del territorio” in quanto hanno in sé la conoscenza del tessuto produttivo e professionalità adeguate nella gestione finanziaria delle imprese; dall’altro, sarebbe opportuno pensare a dei “bond di territorio” orientati alle MPMI e con una forte “vocazione territoriale”, con i quali raccogliere risparmio da un dato territorio e reinvestirlo all’interno dello stesso. Sarebbe importante anche favorire forme di assicurazione dei crediti commerciali che consentano alle imprese di sottoscrivere polizze ad hoc per proteggere tali crediti dall’eventualità del mancato pagamento da parte dei debitori… Sarebbe altresì fondamentale incentivare l’attività delle micro e piccole imprese attraverso, ad esempio, misure di sostegno agli investimenti privati, ma anche misure che favoriscano l’avvio di investimenti pubblici legati al recupero di luoghi e strutture e orientati alla sostenibilità, ambiti in cui le imprese a “valore artigiano” possono trovare la loro massima espressione. Altro aspetto su cui coinvolgere le Istituzioni Pubbliche, insieme alle Associazioni di Rappresentanza, è l’individuazione di politiche di sviluppo in grado di delineare “strategie di rete” che supportino le imprese a valore artigiano con erogazione di competenze meta-manageriali sui principali elementi di competitività, quali innovazione, export, mercati e appalti.
In generale, conclude Cippitelli, serve un Piano Strategico, un Progetto Paese da declinare poi nei vari territori regionali per il rilancio dell’economia in generale. Un Piano che contempli misure di immediata e urgente applicazione per dare risposte agli imprenditori e limitare le ripercussioni dello stop delle attività a cui deve affiancarsi una progettazione di più ampie vedute in cui tutti i Soggetti (Governo, Regione Marche, Università, Associazioni…) collaborino in modo sinergico e con visione nella consapevolezza che il pieno “benessere” delle mpi garantisce il “benessere” e la ripresa di tutto il Sistema.