

ANCONA 18 MAR. E’ certamente una sentenza storica quella del Tribunale di Ancona, che ha accolto il ricorso proposto da 14 coraggiosi dipendenti del Comune di Arcevia, a cui per diversi anni non è stata riconosciuta parte del salario accessorio da parte dell’Amministrazione Comunale. Una sentenza esemplare nel settore del Pubblico impiego, e in particolare per tutti i dipendenti degli Enti Locali, Comuni, Province, Regioni ed altri. La tesi sostenuta dai ricorrenti, difesi dall’Avv. Barbara Gambi del Foro di Ancona- e prima ancora dai rappresentanti della UIL FPL Rossano Moscatelli e Carlo Santini – è quella secondo cui il Fondo con cui viene pagato il salario accessorio dei dipendenti deve essere costituito correttamente e secondo buona fede dalla PA, anche in relazione a quella parte in cui si esprimono maggiormente la volontà politica e le scelte soggettive dell’Ente; scelte che comunque non possono mai essere arbitrarie, ma che, al contrario, sono assolutamente vincolanti, laddove la PA abbia già assunto precisi impegni in un Contratto Decentrato Integrativo, o in altri atti comunque espressi. “Non possiamo che essere estremamente soddisfatti del risultato ottenuto, un risultato che riporta in un alveo di legalità e giustizia sostanziale il sacrosanto diritto dei dipendenti pubblici alla giusta retribuzione. Il Giudice del Lavoro ha correttamente evidenziato come gli impegni contrattuali presi con i dipendenti vadano comunque rispettati, se del caso, intervenendo su altre e diverse voci di spesa prima che sulle voci stipendiali oggetto di un contratto decentrato mai formalmente disdettato dall’Amministrazione”, così l’Avv. Barbara Gambi. La UIL FPL ci ha sempre creduto, perché i diritti di lavoratrici e lavoratori non possono essere sovrastati da una concezione retrograda di Pubblica Amministrazione, una supremazia che non esiste più. Se si chiedono prestazioni ai dipendenti pubblici, le stesse vanno riconosciute e giustamente remunerate, come nel privato.