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I Monti Sibillini, un ottimo luogo per l’osservazione del cielo

Fin dall’antichità i Monti Sibillini sono stati ritenuti di rilevante importanza per l’osservazione del cielo e questo grazie alla lontananza dalle fonti luminose artificiali dei centri abitati ed all’ampiezza del cielo osservabile.

Il massiccio montuoso fa parte del Parco nazionale omonimo, una vera e propria area naturale protetta che si estende tra le regioni Marche ed Umbria ed è suddivisa su quattro province: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia.

I Monti, in particolare Colle le Cese, rappresentano un polo d’attrazione per gli appassionati dell’osservazione degli astri da tutta Italia e dall’estero.
Purtroppo gli eventi sismici del 2016 hanno causato diversi danni con certe frazioni che sono state chiuse in quanto considerate in ‘zona rossa’, mentre tanti sentieri e strade di accesso sono state chiuse al transito come quelle per l’accesso ai Piani di Castelluccio, impedendo l’accesso ad alcuni punti di partenza di una parte dei percorsi escursionistici.
Per questo motivo prima di avventurarsi, soprattutto col buio, è consigliabile consultare la mappa aggiornata.

Da non dimenticare che proprio nella zona esiste un progetto avviato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini e U.A.I., Unione Astrofili Italiani, che porterà all’attivazione, nei pressi del rifugio, a Colle le Cese, di uno dei più potenti telescopi presenti in territorio nazionale, dando vita ad un importante centro d’osservazione astronomica anche con l’organizzazione di serate tematiche, corsi ed eventi riguardanti il mondo dell’astronomia.
Detto questo, però se ci si arma di santa pazienza, con la serata giusta ed un cielo limpido e dotati di un buon telescopio – il comparatore prezzi idealo, per esempio, ha pubblicato recentemente una guida completa per l’acquisto online – i Monti sono un ottimo punto di osservazione.

Chi ha vissuto l’esperienza dice di essere davvero entusiasta di e consiglia l’osservazione da febbraio a luglio.  Naturalmente oltre ad un buon telescopio è necessario un atlante stellare dopodiché ci si lascia andare nell’osservazione del cielo.
E’ possibile osservare Giove con le sue bande tropicali, le macchie e i vortici; ma anche Saturno con i suoi anelli.
Ciò che colpisce di più sono, però, le costellazioni.

Per prima quella immensa ed entusiasmante della Vergine, a cavallo dell’equatore celeste, e a nord della coda dell’Idra e del Centauro, con le galassie M49, distante 55 milioni di anni7luce, l’M58, l’M59 e l’M60 che si vede come una forma ellittica. Poi l’Orsa Maggiore con l’NGC3729, NGC4041 e le altre.

Quella del Corvo, che ha delle dimensioni ridotte, ma molto facile da individuare, grazie alla presenza di alcune stelle di seconda e terza magnitudine disposte a formare un trapezio.

Ancora quella del Leone Minore posta tra il Leone e l’Orsa Maggioree la Chioma di Berenice con un ammasso molto ricco ed un addensamento di stelle centrale che ha una perimetro irregolare, già osservata dagli antichi Greci e posta vicino a quella del Leone.