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Maltempo, ora nel pesarese il pericolo sono le frane

Dopo la neve e le alluvioni, ora il pericolo è rappresentato soprattutto dalle frane. Uomini e mezzi del Servizio Viabilità e dei Servizi Speciali della Provincia di Pesaro e Urbino, coadiuvati dalla polizia provinciale, stanno lavorando senza sosta anche di notte per far fronte ai numerosi eventi franosi e smottamenti che stanno compromettendo la viabilità sulle strade provinciali e l’incolumità pubblica.

“La situazione è molto preoccupante – evidenzia il presidente della Provincia Daniele Tagliolini -, siamo ancora in emergenza maltempo, con frane diffuse in tutto il territorio. Ci sono più di 100 smottamenti, tante buche e tanti ripristini in corso. In queste ore, vista la presenza di frane attive ed estese, stiamo chiudendo alcune strade per non mettere a rischio l’incolumità degli automobilisti e stiamo cercando di valutare anche come e quando fare ripristini in sicurezza e duraturi. In base alle condizioni meteo, dagli inizi della prossima settimana prevediamo interventi più massicci, oltre alla chiusura buche e sistemazione frane che sta già avvenendo. Comunicheremo con anticipo gli interventi per non creare disagi ai tanti lavoratori che gravitano sulle strade. In alcuni casi saranno necessari interventi radicali, poiché soluzioni tampone non risolverebbero la situazione. Ringrazio il personale del Servizio Viabilità, dei Servizi speciali, la polizia provinciale per l’enorme sforzo e lavoro di queste settimane, così come i vigili del fuoco e tutte le forze dell’ordine del territorio per la collaborazione che si è creata”. Poi aggiunge: “A quanti protestano per le condizioni di alcune strade, ricordo che la Provincia deve intervenire su 1200 km di strade di sua competenza e che non siamo di fronte ad una situazione ordinaria ma emergenziale, che dal 21 febbraio non ci dà tregua tra neve, alluvioni e frane. L’emergenza si somma ad una situazione già difficile: dal 2010 sono venuti meno trasferimenti statali per 85 milioni di euro sulla viabilità provinciale, a cui si aggiungono 60 milioni di euro di prelievi forzosi fatti sempre dallo Stato alle nostre casse in seguito alla riforma delle Province