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Polizia arresta a Porto Sant’Elpidio giovane spacciatore

Droga

Un altro importante colpo messo a segno dalla Squadra Mobile della Questura per la repressione della diffusione dello spaccio di sostanze stupefacenti.

È stato già ricordato più volte ma le conferme quotidiane fornite dalle attività investigative della Squadra Mobile fermana rendono chiaramente le mutazioni che riguardano l’attività “commerciale” di spaccio di sostanze stupefacenti.

Celerità nella consegna e sicurezza nella conservazione sono le parole chiave che contraddistinguono la più recente operazione antidroga degli investigatori della Polizia di Stato.

La consegna delle dosi con l’autovettura risente delle condizioni del traffico e dei controlli su strada con le unità cinofile della Guardia di Finanza, quella a piedi è più rischiosa per la possibilità di essere intercettati in itinere dalle Forze di polizia, soprattutto se il cedente è soggetto già “schedato”, quella in bicicletta, ancora molto utilizzata, non è molto apprezzata dagli spacciatori più giovani.

E se da un po’ di tempo la mobilità sostenibile ha puntato molto oltre che sulle bici anche sui monopattini, elettrici o meno, questi ultimi mezzi consentono anche agli spacciatori sia la consegna più rapida sia di poter percorrere zone della città inaccessibili ai veicoli, anche a quelli della Polizia, svicolando dai controlli e dileguandosi in caso di inseguimenti.

Ultima conferma di questi mutamenti nella mattina di ieri, nel corso di uno dei costanti servizi per il contrasto allo spaccio e quindi all’utilizzo di sostanze stupefacenti svolte dai segugi della Squadra Mobile.

Tutto nasce da appostamenti degli investigatori nei pressi del centro cittadino di Porto Sant’Elpidio per individuare cessioni di droga; un trentenne della zona, seduto per una decina di minuti nella propria autovettura come in attesa di qualcuno; uno scambio di messaggi con il cellulare e poi ancora attesa; l’arrivo di un quasi ventenne su un monopattino elettrico; una stretta di mano tra il guidatore ed il giovane che si allontana subito dopo; l’autovettura che riparte.

Sono fotogrammi di una cessione di droga, ormai noti agli investigatori ma che consentono di individuare i due “attori” e di procedere all’azione di contrasto.

I poliziotti hanno seguito per qualche centinaio di metri il sospetto acquirente che è stato fermato e controllato. Sulla vettura è stata subito trovata la bustina contenente sostanza stupefacente che i tecnici della Polizia Scientifica fermana hanno individuato essere cocaina per un peso di 1,2 grammi, acquisita con la stessa stretta di mano con la quale erano stati consegnati i soldi per il pagamento.

Droga sequestrata e conducente segnalato alla Prefettura.

Il seguito naturale dell’operazione riguarda lo spacciatore, giovane già noto agli operatori della Polizia di Stato, che è stato bloccato da altro personale poco prima che tornasse nella sua abitazione. La sua perquisizione non ha consentito di trovare altra sostanza, solo i soldi provenienti dalla cessione, ma anche questo era stato previsto dagli investigatori che hanno immediatamente proceduto al controllo del suo appartamento.

Nei locali sono stati rinvenute sostanze per ogni richiesta, hashish, cocaina ed eroina conservati in un contenitore in cucina.

La droga sequestrata al termine dell’operazione consiste in tre panetti ancora sigillati di hashish ed un involucro già aperto per il confezionamento delle dosi, peso complessivo di 400 grammi; una confezione già aperta di cocaina del peso di più di 40 grammi ed un involucro contenente eroina per un peso superiore a 10 grammi.

Oltre alle sostanze, un bilancino di precisione per la suddivisione della droga, il materiale per il confezionamento delle dosi e la somma di circa 200 euro in banconote di piccolo taglio, presumibilmente provento dell’attività di vendita.

Il giovane, al termine della repertazione e sequestro della droga, del materiale di lavorazione e delle banconote, è stato tratto in arresto, convalidato dall’Autorità Giudiziaria.

Si è accennato anche alla Sicurezza del deposito della sostanza; infatti l’abitazione dell’arrestato era dotata di un impianto di videosorveglianza esterna, costituito da quattro telecamere ad infrarossi e dalle apparecchiature per la visione e gestione delle immagini, che consentiva allo spacciatore di monitorare costantemente i quattro lati dell’edificio nel caso di arrivo delle Forze di polizia per permettergli di scappare o almeno, disfarsi delle sostanze illecite.