ANCONA 27 OTT. Le piccole aziende marchigiane alla conquista della Cina. Sono le esportazioni di articoli in pelle (abbigliamento escluso) a trainare l’andamento delle esportazioni di micro e piccole imprese nel Paese del Dragone con una crescita del 27,1% che, in valori assoluti, rappresenta il 67% di tutto l’incremento delle vendite in questo mercato.
Sono proprio le piccole imprese marchigiane ad aver fatto breccia nel mercato asiatico grazie alla qualità delle produzioni : delle esportazioni manifatturiere in Cina il 54,6% ( i dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Marche analizzando i dati Istat al primo semestre) è rappresentano dalle vendite dei comparti dove c’è la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese; una quota più che doppia rispetto alla media nazionale (24%).
“Questi dati a conferma del fatto – spiega il segretario di Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli – che gli artigiani e i piccoli imprenditori sono protagonisti della qualità manifatturiera made in Italy, valore sempre più apprezzato nel mondo.
Gli ultimi dati regionali disponibili indicano che le esportazioni marchigiane manifatturiere in Cina nel I semestre 2015 sono crescite del 9,7% rispetto al I semestre 2014 (media nazionale +0,3%), un dato che colloca le Marche al 3° posto in Italia, tra le maggiori regioni esportatrici, dietro al Veneto (+13,5%) e alla Liguria (+12,7%). Tra le province, diminuzione ad Ancona (-3,2%), crescita in tutte le altre: la più intensa a Pesaro-Urbino (+38,9%), segue Fermo (+21,9%), Macerata (+6,4%) e Ascoli Piceno (+2,0%).
Considerando la dinamica, le esportazioni delle Marche dei comparti a maggiore concentrazione di MPI in Cina hanno registrato una crescita più intensa delle esportazioni manifatturiere complessivamente considerate pari al +23,4% (+19,2% in Italia).
Il Segretario di Confartigianato Giorgio Cippitelli rileva che “i piccoli imprenditori sono campioni della qualità manifatturiera e contribuiscono a mantenere in attivo la nostra bilancia commerciale. L’Expo di Milano – aggiunge – ha potenziato la propensione delle imprese artigiane a lavorare sui mercati esteri. Ma c’è ancora molto da fare per rilanciare la nostra economia e rivitalizzare i consumi interni.
Secondo il rapporto di Confartigianato, nel 2014, l’Italia è al primo posto tra i Paesi dell’Unione europea per il maggior valore di prodotti delle piccole imprese esportati negli Stati Uniti (8,4 miliardi), a Hong Kong (3,8 miliardi), in Giappone (2,5 miliardi), negli Emirati Arabi (2,2 miliardi), in Corea del Sud (1,4 miliardi).
Confartigianato da tempo è impegnata con attività formative e tecniche anche attraverso l’organizzazione di reti di impresa per migliorare il posizionamento nel mercato di micro e piccole aziende.
Sono oltre 124.000 nella nostra regione le imprese attive con meno di 10 addetti, il 94,5% del totale. Proprio per le piccole imprese fare rete, in particolare attraverso lo strumento del contratto di rete, significa mantenere la struttura snella e flessibile che caratterizza le piccole imprese con la propria indipendeza e autonomia e insieme acquisendo caratteristiche che permettano di ottimizzare le risorse da dedicare a ricerca, innovazione, e inserimento in nuovi mercati.