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Baby gang e cyberbullismo: nelle Marche sono aumentati del 10%

bullismo
Katia Marilungo Presidente OPM

Recenti fatti di cronaca hanno dimostrato come il fenomeno del bullismo possa perpetrarsi sotto varie forme, non ultima quella del cyberbullismo. Secondo l’Ordine degli Psicologi sono in aumento soprattutto a seguito del covid.

“Come Ordine degli Psicologi abbiamo riscontrato un aumento generale di casi di bullismo, ma anche di cyberbullismo – dichiara il Consigliere OPM Giovanni Siena – Questi episodi sono in forte crescita soprattutto a seguito del lockdown, basti considerare che dal 2020 abbiamo registrato un aumento di dieci punti percentuali”.

Ad evidenziarlo è anche la fotografia scattata dall’Ufficio Scolastico Regionale in occasione della giornata contro il bullismo e il cyberbullismo, secondo cui uno studente marchigiano su quattro è stato vittima di bullismo e uno su cinque ha ammesso di aver compiuto atti di violenza contro un coetaneo. Lo studio ha coinvolto oltre 5000 studenti di 32 istituti superiori marchigiani di circa 16 anni: fra questi il 27% ha ammesso di essere stato vittima di bullismo, ma solo il 5% in maniera sistematica; di contro il 19% avrebbe ammesso di essere stato un bullo, ma solo nel 3% dei casi si sarebbe trattato di un comportamento sistematico. Sul cyberbullismo, secondo l’indagine, il 7% ha dichiarato di esserne stato vittima, mentre l’8% ha ammesso di aver utilizzato il web per fare il bullo.

“Nelle Marche il numero di vittime si attesta leggermente al di sopra della media nazionale; – commenta la Presidente dell’Ordine marchigiano degli Psicologi Katia Marilungo – questo dato è allarmante e ancor più ci fa comprendere quanto sia stata importante la Legge Regionale n. 23 del 06/08/2021: grazie al servizio di psicologia scolastica, diffuso su tutto il territorio marchigiano, ogni scuola potrà dotarsi di nuovi e validi strumenti per smantellare questo fenomeno già dal contesto scolastico, fornendo al contempo agli studenti e alle loro famiglie validi strumenti per debellare queste forme di violenza anche nei contesti extra-scolastici”.