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Confartigianato Marche: sosteniamo l’economia, il lavoro, il territorio

Confartigianato
Giuseppe Mazzarella

Tempi eccezionali richiedono interventi straordinari ed efficaci. Salviamo il lavoro, il tessuto produttivo, l’economia, con la responsabilità e la partecipazione. Una responsabilità condivisa, collettiva, solida, convinta e duratura nel tempo.
Sentiamo su di noi – rappresentanti dell’artigianato e della piccola impresa diffusa di territorio – ha affermato il presidente di Confartigianato Marche Giuseppe Mazzarella, la responsabilità di indicare direzioni di marcia per guardare al dopo pandemia.
Riteniamo che il nostro sistema produttivo italiano, fatto di piccola impresa anche familiare, diffusa sul territorio, abbia una straordinaria possibilità di futuro. E ciascuno di noi può fare la propria parte a cominciare dal sostegno all’economia privilegiando l’acquisto del made in Italy, del made in Marche.
Chiediamo di guardare al ruolo svolto dagli artigiani e ai piccoli imprenditori durante la pandemia, alla loro grande capacità di resilienza, nell’indicare le condizioni necessarie per agganciare la ripresa. A cominciare dal Pnrr “le cui risorse – sottolinea Giorgio Cippitelli Segretario Generale di Confartigianato Marche – non si devono disperdere in spese improduttive. Ma soprattutto bisogna fare leva sui punti di forza del Paese, puntando sulle micro e piccole imprese, il 94% del sistema produttivo, che contribuiscono a fare dell’Italia la seconda manifattura d’Europa dopo la Germania. C’è poi il tema cruciale delle riforme, “senza le quali non si va da nessuna parte”.
A cominciare dal fisco perché paghiamo troppe tasse, quasi 18 miliardi in più rispetto alla media dell’Eurozona, e in modo troppo complicato. E allora, meno tasse e più semplici da pagare: è questa la strada per rilanciare lo sviluppo.
Tra le riforme per lo sviluppo, c’è la necessità di investire sulla formazione tecnica e professionale, mentre sul fronte del sostegno finanziario alle imprese sollecitiamo forme di capitalizzazione per valorizzare il rapporto della piccola impresa con il suo territorio sul modello dei “minibond”, e di ricostituire la finanza di territorio agendo sui Confidi in una logica di riforma che li abiliti ad andare oltre la garanzia.
Confartigianato denuncia poi i rincari del 35,2% in un anno delle materie prime non energetiche. Anche sul fronte dell’energia elettrica, servono riforme strutturali perché le piccole imprese pagano il prezzo più alto d’Europa, il 23 per cento in più della media dell’eurozona. Non solo: a causa di una profonda iniquità nell’attribuzione degli oneri generali di sistema, meno consumano, più pagano Bisogna eliminare queste distorsioni.

Tra i cambiamenti strutturali da attuare, Confartigianato indica la riforma del codice degli appalti e rinnova l’appello a non frenare il superbonus 110% e gli incentivi per il sistema casa che stanno rimettendo in moto il settore delle costruzioni, con benefici per l’ambiente e i consumatori.