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Polizia, arrestata donna nel fermano per il reato di estorsione

Anziana telefona alla Polizia per ricevere conforto e lo trova
Polizia

Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che la Squadra Mobile ha recentemente concluso un’indagine per il reato di estorsione.

La vicenda è iniziata pochi anni fa, quando è cominciata la relazione tra un uomo del Fermano ed una donna laziale che si sono conosciuti attraverso i social. In principio una bella amicizia proseguita poi, anche se in forma discontinua, in un rapporto più personale.

Ma alcune persone approfittano della confidenza per i propri interesse materiali e non si fermano neppure davanti alla disponibilità ed alla generosità dell’altra parte; è così che dopo i primi tempi la donna ha cominciato a chiedere somme di denaro all’uomo, rappresentando prima piccole esigenze improvvise, poi situazioni di emergenza connesse a debiti che non aveva modo di pagare fino ad arrivare perfino a questuare soldi per esigenze di carattere sanitario, indispensabili cure per diverse patologie.

Tutte somme in prestito e la promessa di restituirle non appena possibile.

Dopo le prime centinaia di euro elargite fino a raggiungere la somma di alcune migliaia, l’ingordigia della donna le ha fatto inventare richieste e giustificazioni connesse a situazioni sempre più gravi che potevano determinare serie conseguenze anche fisiche ai danni della richiedente.

Nasce così la richiesta di alcune migliaia di euro per pagare il dichiarato debito con un amico causato dalla perdita di numerose dosi di sostanza stupefacente, debito per il quale la donna aveva ricevuto chiare minacce di violenza fisica dai proprietari della droga ed anche in questa occasione l’uomo si era prodigato a reperire almeno parte delle somme pretese dai delinquenti.

Ma non basta, perché successivamente, dopo aver ottenuto continuamente i bonifici richiesti la donna ha continuato ad inventare altri motivi per spillare denaro all’uomo, arrivando fino a dover confessare che alcune loro foto intime erano state sottratte dallo smartphone da una falsa amica che pretendeva una cospicua somma di denaro per non divulgarle sui social. Altri soldi racimolati e consegnati.

La fantasia della donna è arrivata fino al punto di chiedere altre somme per potersi curare dagli effetti del virus Covid, in un reparto di terapia intensiva presso il nosocomio di un paese extraeuropeo nel quale le prestazioni sanitarie sono a pagamento. Altro bonifico.

Ed una volta terminata l’inventiva la donna ha ripreso una delle precedenti motivazioni che sapeva avrebbero fatto maggiormente colpo sulla vittima delle sue richieste, quella relativa alle minacce ricevute dall’organizzazione criminale proprietaria della droga perduta. Ha dichiarato all’uomo di aver ricevuto ulteriori intimidazioni mostrando messaggi che le sarebbero arrivati sul cellulare contenenti esplicite minacce di morte con chiari riferimenti lessicali alla criminalità organizzata campana; nel contesto dei messaggi gli estorsori, non soddisfatti dalla donna per il rimborso delle somme pretese, le avrebbero dato un ultimo appuntamento presso il casello autostradale di Porto San Giorgio per la consegna del denaro che la donna ha, ancora una volta, richiesto all’uomo.

Gli operatori della Squadra Mobile al quale quest’ultimo ha raccontato le proprie vicende hanno predisposto uno specifico servizio, presidiando in entrata ed uscita la zona dell’A14 ma all’appuntamento non sono arrivati i segnalati criminali ma solo la donna la quale alla vista dei poliziotti ha tentato di darsi alla fuga ma è stata bloccata.

Accompagnata in Questura e perquisita le sono state trovate addosso le carte ricaricabili sulle quali l’uomo le aveva versato negli anni, e soprattutto negli ultimi mesi, decine di migliaia di euro solo parte dei quali potranno essere recuperati, ma soprattutto alcuni telefoni cellulari che hanno permesso agli investigatori di accertare che i messaggi e le telefonate delle asserite minacce della criminalità organizzata erano state inviate dalla stessa donna, e da un suo complice ancora da identificare, sul proprio cellulare “ufficiale” utilizzando gli altri telefoni nella sua disponibilità.

Quando la realtà supera la fantasia cinematografica.

In base alle risultanze degli accertamenti e delle successive attività investigative del personale della Squadra Mobile la donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica per il reato di estorsione.