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LA “SETTIMANA DELLA TERRA” VIAGGERA’ NELLA URBINO PATRIMONIO DELL’UNESCO

urbinoPESARO URBINO 22 AGO.  “Oggi la Fornace Volponi, testimonianza della grande tradizione di Ubino legata alla lavorazione dell’argilla è in continuo stato di degrado e di abbandono.  La struttura, costruita attorno alla metà del 1800, visse un periodo glorioso in piena rivoluzione industriale, tanto che questa fabbrica di laterizi rappresentava il punto di partenza di qualsiasi nuova costruzione o ristrutturazione nel Montefeltro. Dal 1971 la fabbrica è chiusa ed è cominciato un lento degrado che perdura ancora oggi”. Lo ha affermato Elvio Moretti del Dipartimento di Scienze di Base e di Fondamenti dell’Università di Urbino . E la Settimana del Pianeta Terra inviterà gli italiani ad una profonda meditazione sulle grandi opportunità perse ma anche su quelle ancora possibili rappresentate dal valore sociale , materiale ed economico espresso dalle geoscienze , dal patrimonio e dal territorio . Ed ecco che il grande evento in programma solo in Italia , dal 12 al 19 Ottobre , organizzato con 152 appuntamenti dalla Federazione Italiana Scienze della Terra , valorizzerà il bello . Si viaggerà nella Urbino patrimonio Unesco dove “ l’elemento costruttivo dominante sono i mattoni che si ottengono attraverso la lavorazione dell’argilla ma molte sono le pietre che possiamo riconoscere – ha proseguito Moretti – dalle “bisciaje” che identificano i calcari provenienti dalla Formazione del Bisciaro, agli impropriamente detti “travertini” provenienti dalle cave del Furlo o del Monte Nerone, alla “Pietra della Cesana” che identifica delle calcareniti e calcelutiti di colore rosato chiaro, che potevano arrivare dai viciniMonti delle Cesane . Nell’ambito delle Scienze della Terra la geologia urbana rappresenta una novità di grande interesse ed un originale orientamento culturale”. Con La Settimana del Pianeta Terra si viaggerà nel cuore del centro storico della meravigliosa città di Urbino dove sarà possibile ammirare anche l’Obelisco di origine egiziana.

“La cartografia di base viene affiancata, in aree urbane di particolare interesse come il centro storico di Urbino, inserito nel patrimonio dell’UNESCO – ha proseguito Sara Bertozzi , sempre dell’Università di Urbino – da una restituzione cartografica dei litotipi dell’edificato urbano rilevabili direttamente su campo attraverso sistemi GIS mobile”.

 

Ed ecco che grazie alle geoscienze, alle innovazioni tecnologiche è stato possibile capire , studiare , per poi offrire l’opportunità al mondo intero di apprezzare. Ad esempio “molte delle pietre utilizzate nel centro storico di Urbino hanno una provenienza locale – ha concluso Bertozzi – tra queste il Calcare massiccio, che genera la nota morfologia della Gola del Furlo, utilizzato per le sue caratteristiche come contorno di porte e finestre ma anche per le due grandi aquile che sormontano Porta Valbona. Non sono molte quelle di provenienza diversa dalla Successione Umbro-marchigiana, solitamente presenti solo negli arredi interni delle chiese, ma da citare è sicuramente il caso dell’Obelisco egiziano in granito rosa situato in Piazza Rinascimento. L’Obelisco di Urbino, uno dei dodici obelischi egizi originali in Italia, si trova di fronte al lato orientale del Palazzo Ducale e davanti alla chiesa di San Domenico, è formato da quattro blocchi sovrapposti, risalenti all’epoca di Hofra o Apries (ventiseiesima dinastia, 558-568 a.C.). Proviene probabilmente dal Tempio di Iside al Campo Marzio a Roma e arrivò a Urbino nel 1737, a celebrazione del pontificato di Clemente XI per il rinnovamento nel tessuto urbano voluto dalla famiglia Albani”.

 

Passeggiare per Urbino significa esplorare un ambiente urbano unico, totalmente plasmato in laterizio. È come muoversi in una labirintica scultura in terracotta, che spesso ci avvolge completamente dalla pavimentazione, alle pareti, alle piccole volte, con la pietra calcarea che disegna con il suo colore bianco le finestre e i portoni, in un insieme di straordinaria armonia.